Una Mostra Speciale: MÀNNEKEN


Dalla parola olandese “MÀNNEKEN - Manichini artistici e di moda: creatività artigiana” la mostra inaugurata nella settimana di Altaroma di Luglio 2013 presso la Galleria 5 Lune - Piazza delle Cinque Lune 74 – Roma è stata meta di numerosissime visite che hanno apprezzato il percorso tra manichini artistici e di moda dedicata alla creatività artigiana dal 1922 ai giorni nostri. Una mostra che ha voluto raccontare l’evoluzione dell’estetica della donna, della ricerca dei materiali e delle tecniche di lavorazione. Da un’idea di Stefania Giacomini, Gianluigi Contesini, Emilio Sturla Furnò, con la realizzazione di Artevetrinaroma, sono stati esposti oltre quaranta pezzi originali storici, laboratori, installazioni, video che illustrano l’artigianalità italiana di Artevetrinaroma, un’azienda tra le più creative, duttili, poliedriche che il Made in Italy ha saputo creare. Tanti i volti noti che sono accorsi all’ìnaugurazione: la Presidente di Altaroma Silvia Venturini Fendi, la Vice Presidente Valeria Mangani, l’On. Sandra Cioffi Fedi in rappresentanza di Telefono Azzurro, Clayton Norcross, Elisabetta Pellini, Alex Partexano, Carlo Alberto Terranova della Maison Sarli, lo stilista Luigi Borbone, Guglielmo Giovanelli Marconi, Elena Aceto di Capriglia, Irene Bozzi, lo scrittore Nino Spirlì, l’avvocato esperto di diritto nobiliare Emilio Petrini Mansi, lo stilista-astrologo Massimo Bomba, lo scultore Giulio Gorga, Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, il fashion designer Gianluca Mannara, i giornalisti della tv Mariella Milani, Daniela Colucci, Anna Paola Ricci, il manager Lucio Di Filippo, L’esposizione si apre con una delle prime opere dello scultore Peter, fratello di Giovanni Rosa, datata 1922, un manichino pensato per l’esposizione di tessuti pregiati quali sete e stole di pelliccia. Tra i numerosi pezzi esposti dal busto "Rose" realizzato per Ferragamo nel 1996 alla serie "Scala" dedicata all'estetica classica della bellezza italiana realizzata dalla casa giapponese Kyoya fino al manichino gigante plasmato per la Maison Fendi. Attenzione anche al tema dell'eco-sostenibilità con il manichino "Replique" realizzato con materiale riciclato e riciclabile. All'interno dell'esposizione anchel’installazione artistica della giovane designer Ludovica Cirillo - impegnata nelle ricerca sul riuso – che ha ideato appositamente per la manifestazione la sua opera Fuori dalla Rete utilizzando parti di manichini in disuso recuperati dall'Archivio storico di Artevetrinaroma: “Scoprendo il laboratorio - dice la giovane Cirillo- ho pensato di dare nuova vita anche oggetti non finiti". La mostra vuole omaggiare le maestranze di Arte Vetrina che di anno in anno, con passione e professionalità, conservano e tramandano l’artigianalità italiana di questo particolare mestiere; uno Staff commerciale e creativo che è sempre attento alle nuove tendenze e rende viva la spettacolarità di questo lavoro. Mànneken significa piccolo uomo poiché i primi manichini risalenti agli ultimi anni del 1700 avevano dimensioni molto ridotte, alti circa cinquanta centimetri sui quali le grandi sarte confezionavano copie delle loro creazioni da inviare da Parigi a tutte le corti d'Europa, oltre che presso le più ricche famiglie d'Oltreoceano, in modo che le signore potessero scegliere i loro vestiti all'ultima moda. Il primo a produrre ufficialmente i manichini è Umberto Bertuzzi che nel 1887 impianta un laboratorio a Milano, non lontano dal Teatro alla Scala. Tra i suoi lavoranti vi è Giovanni Rosa, antenato della Famiglia Contesini che - appresi i segreti del mestiere – si separa da Bertuzzi e crea la sua Bottega a Milano. Il giovane si impone subito creando una speciale serie di manichini dai volti più realistici, con le fattezze degli attori del Cinema Hollywoodiano. Le sue creazioni artistiche diventeranno i primi prodotti di quella che sarebbe diventata la più grande e importante fabbrica di manichini del mondo. Tra i collaboratori di Rosa si fa notare il nipote, Matteo Contesini, si trasferisce a Roma negli anni ’50. Il giovane collabora inizialmente con musei e il mondo del cinema. Poi fonda la sua fabbrica di manichini, prima ed unica realtà produttiva artigianale della Capitale, l’attuale Arte Vetrina della Famiglia Contesiniche oggi è tra le più accreditate realtà del settore a livello nazionale ed estero. Nel laboratorio si respira aria creativa e si vive un’atmosfera che oscilla dall'antica manualità al moderno concept. Qui ci si può imbattere nei prototipi disegnati per maison storiche quali Chanel, Valentino, Fendi, Cavalli, Dolce & Gabbana, Moschino e Loro Piana e per alcune accademie di moda e design come la Koefia e molte altre. In questo laboratorio si sono sperimentati e ancora si sperimentano forme e materiali tra i più diversi che danno quel valore aggiunto rispetto a produzioni in serie. La moda non può più fare a meno del computer e delle sfilate virtuali eppure anche questi nuovi modelli si ispirano a forme e fogge del manichino. Supporto usato dalle sarte in tempi passati e poi diventato oggetto di culto anche artistico adottato dalle più grandi firme della panorama della moda italiana. Per realizzare questi modelli, se da una parte vi sono realtà industriali, dall’altra vivono ancora laboratori artigianali di altissimo livello. “Questa mostra” – hanno affermano i curatori – “intende raccontare il percorso creativo ed artigianale per realizzare un manichino che non solo valorizzi il capo ma che viva anche di vita propria; una mostra che racconti questa esperienza con l’esposizione di manichini d’epoca e di quelli più sperimentali e moderni. Ricostruzione del laboratorio corredata da immagini e video relativo al processo manifatturiero artigianale per poi finire nelle vetrine delle grandi firme”.

BARBARA BRAGHIN

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