Milano. L’Istituto Europeo di Design alla nona edizione di Fashion Graduate Italia


L’Istituto Europeo di Design presenta il best of dei diplomati
in Fashion Design delle sedi italiane del Gruppo:
dieci capsule collection specchio dello stato attuale della moda.
Nella sfilata internazionale Talent to Talent sfila
anche la collezione Melancholy IED San Paolo

Milano - L’Istituto Europeo di Design ha partecipato oggi pomeriggio con il fashion show FUTURE STARTS SLOW alla nona edizione di Fashion Graduate Italia di Piattaforma Sistema Formativo Moda. Dodici i diplomati in Fashion Design che si sono alternati in passerella con dieci capsule collection ad espressione del talento creativo della Scuola di Moda IED.

Le collezioni uomo, donna e genderless di Annarita Biava, Annalisa Corvace, Alessio Dolfi e Carlotta Mora, Daria Gastaldi, Dorotea Oddo, Matteo Rosellini, Zineb Sannak, Angelica Siddi, Maria Chiara Sorbino, Zhang Susy e Yang Jieru sono una fotografia dello stato attuale della moda, una visione personale ma anche filtrata dai cambiamenti che si avvicendano nella vita di ogni individuo. Al centro di ogni progetto ritroviamo sempre la persona: l’abito si aggiunge, affianca il singolo, lo veste ma il focus resta sempre la sua interiorità. Un invito a rallentare con ottimismo, quello di Future Starts Slow, che pone l’attenzione anche sulla naturale scansione del tempo che una produzione sostenibile richiederebbe.


“Fashion Graduate Italia rafforza di anno in anno il ruolo di centro di attrazione del sistema moda attorno al talento emergente nazionale e internazionale, nonché di catalizzatore di quei processi necessari per offrire a questo talento opportunità e sinergie - commenta Alberico Guerzoni, Direttore IED Milano e Vicepresidente Piattaforma Sistema Formativo Italia - Come IED siamo doppiamente orgogliosi di esserne protagonisti, con una partecipazione che vede l'Istituto Europeo di Design aggiungere al meglio dei neodiplomati delle sedi italiane anche la presenza tra le scuole estere ospiti, con le proposte della sede IED San Paolo per la prima volta in passerella a Milano”.

Anche quest’anno si è rinnovata la collaborazione tra FGI e l’ufficio relazioni internazionali del Comune di Milano per il progetto Talent to Talent, con l’obiettivo di creare sinergie con alcune città gemellate con Milano. Le città invitate nel 2023 sono state Toronto e San Pauolo, per questo in passerella hanno sfilato in occasione dell’opening anche i capi della capsule collection Melancholy della studentessa IED San Paolo Lara Campos de Oliveira.


LE DIECI CAPSULE COLLECTION DI FUTURE STARTS SLOW FUTURE

STARTS SLOW porta in passerella dieci capsule collection: Aìre di Matteo Rossellini rielabora le riflessioni personali e le emozioni derivate dalla malinconia del ricordo di un’infanzia trascorsa nella campagna toscana, fatta di momenti di leggerezza e divertimento; Animata Materia di Dorotea Oddo esplora il “meccanismo perfetto” attraverso un viaggio interiore: la prima fase analizza e presenta la parte più interna dell’organismo, l’anatomia umana, con un tocco materico, mentre la seconda è una fase transitoria, in cui si fondono aspetti interni ed esterni dell’essere umano, tramite una nuova interpretazione della pelle, intesa come un vetro che consente di guardare in trasparenza dentro il corpo; Chrysalis di Daria Gastaldi rielabora il concetto secondo il quale l’essere umano possa riconoscersi nell’immagine di se stesso solo affrontando un processo di transizione definito morte dell’Ego: l’uniforme diventa così un nuovo modello di espressione e si fa atto creativo. Eilèmá di Analisa Corvace ricerca la condizione ancestrale di purezza attraverso il nudo, decostruendo l’associazione nudità-erotismo e lasciando spazio alla pura e profonda ammirazione; (E)STASI di Zineb Sannak indaga la situazione sociale attuale che determina paura verso il futuro e propone, come unico metodo di metabolizzazione dei traumi, l’accettazione del disorientamento e il riconoscimento delle fragilità umane.


E poi ancora Fragile di Annarita Biava che si sviluppa attorno all’esperienza della fragilità, comune a tutti, strumento di comprensione di sé e degli altri e che si riflette nella scelta dei tessuti, dei colori e della lavorazione dei capi; Natural Rhapsody di Susy Zhang e Jieru Yang nasce a partire dallo scenario immaginario di un futuro distopico a causa dell’impatto negativo che l’industria della moda ha sul consumo di risorse e sull’inquinamento ambientale: l’unico elemento riconducibile alla natura sarà la collezione proposta e realizzata con materiali eco-friendly e di scarto; Stain di Angelica Siddi prende vita dall’analisi della personalità delle persone molto sensibili, sviluppandosi poi attraverso i materiali, i tagli e le stampe rappresentanti la sovra-stimolazione e la ricerca costante di un ambito protettivo e domestico; Tutti hanno paura di Alessio Dolfi e Carlotta Mora racconta un viaggio verso un mondo altro che si discosta completamente dalla realtà e dalla paura del diverso, in cui nascono nuove geometrie e si impongono nuove forme non convenzionali sul senso di perfezione. Infine, Vitruviana di Maria Chiara Sorbino si sviluppa attorno al dialogo tra i principi rinascimentali di perfezione del corpo umano di Leonardo da Vinci e il corpo umano contemporaneo, legato all’accettazione e coscienza di malformazioni perfette.

Barbara Braghin

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